Abbiamo attaccato con il buio stamattina, abitudine che non ho. Dopo un periodo di bel tempo il freddo e la prima neve si stanno impadronendo delle cime dolomitiche, ma sono gli ultimi giorni disponibili e bisogna risolvere. Erik, l’americano non vedente che si é fidato di me per l’organizzazione e le immagini di parte di questo viaggio in Dolomiti, sta percorrendo l’oggetto di questa sua trasferta oltreoceano: la Don Quixote sulla parete sud della Marmolada. Le nebbie continuano a salire umide dal fondo valle, ma le cordate procedono inesorabili verso la cima. Erik è incredibilmente veloce, alle soste trema anche lui nonostante abbia salito l’Everest, i piumini pesanti prendono il posto dei pile. Stamattina il terrore di un bivacco appesi mi impensieriva, ma ora il pericolo pare scongiurato; tutto procede nonostante le mani gelate e la roccia umida.
Questa non è certo una via estrema, ma in ogni caso la parete è impegnativa e non consente vie di fuga; gli ultimi tiri, i più difficili, possono, in caso di brutto tempo, trasformarsi in una scomoda trappola e questa è la mia paura. Timmy non tace un attimo e spiega ad Erik ogni cosa precedendolo sempre di qualche metro, Erik fa e disfa nodi, autosufficiente quasi in tutto, spesso mentre sale si china e con la mano libera individua gli appoggi per il piede; è pazzesco ed eccezionale. Sono le 4 del pomeriggio, fa sempre più freddo, siamo tutti provati ma la cima sembra ormai raggiunta, Erik mi è vicino, lo guardo, sorrido… lui mi sorride.
Marmolada pilastro Don Quixote 850 metri diff. fino al 6a+
Erik Weihenmayer (arrampicatore non vedente) Timmy O’Neil (campione dello Yosemite), Marco Bergamo (Guida Alpina), Fabrizio Dalla Rossa (Guida Alpina), Manrico Dell’Agnola (fotografo).
Partenza dal rifugio Falier alle 3. Attaccata alle 5 del mattino la parete, in cima al pilastro alle 18. Arrivo al passo Fedaia alle 22 circa appena prima di un terribile temporale, (le mie paure erano fondate).